giovedì 3 giugno 2010

Speciale Fiera Renexpo - Oggi Incontriamo...Antonio Monteleone di Ds Ene...



mercoledì 19 maggio 2010

Speciale Cinema: Oggi Incontriamo...Michele Sità. L'Italia nel cinema un...



Da Economia.hu - Oggi Incontriamo...Michele Sità, docente di Storia del Cinema e Cultura Italiana presso l'Università Cattolica di Budapest e consulente per il Cinema dell'Istituto Italiano di Cultura di Budapest. Michele Sità ci racconta il suo impegno nel portare in Ungheria la conoscenza del cinema italiano e il riscontro trovato all'interno della produzione cinematografica ungherese. Sità è tra l'altro responsabile di un'interessante iniziativa per i giovani, di cui ci ha parlato con piacere. L'intervista, che ha luogo all'interno degli uffici di ITL Group di Budapest, passa in rassegna la storia recente dell'Ungheria, osservando come il capitalismo e le nuove economie hanno inciso su quella cinematografica. Un settore quello del cinema che porta molti investimenti esteri in Ungheria,

Sità ci spiega perchè. Pochi giorni fa Michael Moore, il famoso regista di film-denuncia americano, ha inaugurato a Budapest il nuovo studios della Raleigh, l'unico in Europa, mentre le strade di Budapest ospitano spesso stelle del cinema internazionale (tra cui , di recente, Robert Pattinson e Uma Turman) impregnate in pellicole cui la capitale offre scenari di grande effetto. L'intervista si conclude parlando di Cannes e dei film ungheresi al festival, per finire con i film ungheresi da non perdere, consigliati dall'esperto.

Cominciamo con un film, tanto per calarci subito nella giusta atmosfera. Nel 2008 è uscita una co-produzione Ungheria-Italia, "Mario il Mago", che ci interessa per due ragioni e mi offre lo spunto per due domande. Si tratta della storia di un italiano (interpetato da Franco Nero) , che si trasferisce in Ungheria dopo il crollo del regime comunista ed apre la sua catena di calzaturifici. Tu come sei arrivato in Ungheria e di cosa ti occupi?
Sono arrivato in Ungheria nel 2001, come studente. Per rispondere alla seconda domanda mi riallaccio al film. Il mago, come lo si intende nel film, forse non esiste più al giorno d'oggi. In quegli anni il desiderio di novità e di apertura era tale da portare quasi ad una svalutazione della cultura ungherese, messa nell'angolo. Adesso l'impressione è diversa e il percorso per portare la cultura italiana in Ungheria e quella ungherese in Italia è sempre bilaterale. Per questo, per presentare l'offerta culturale italiana a Budapest agisco in vari ambiti. Lo scambio spazia dai corsi all'Università, quelli di cinema ad esempio , in cui organizziamo dibattiti e analisi di film italiani, al Cine-Video Club all'Istituto Italiano di Cultura, ma si realizza anche portando studenti di liceo ungheresi in Italia, al Giffoni Film Festival, il festival di cinema per ragazzi più famoso al mondo. Penso sia un'iniziativa molto utile, che intendo implementare. In questo senso, sì, possiamo parlare di una magia, quella di diventare giurati al Giffoni Film Festival.
"Mario il Mago" è tratto da una storia vera, un film sull'arrivo del capitalismo in Ungheria oltre che sui rapporti tra l'Ungheria e l'Italia. Quanto rispecchia la realtà storica secondo te? Il capitalismo si è imposto o mescolato alle realtà economiche ungheresi, in particolare a quella del cinema?
Il cinema ha risentito dei grossi cambiamenti vissuti dall'Ungheria nel corso degli ultimi decenni del Novecento. Negli anni Sessanta-Settanta c'era stata la fioritura del grande cinema ungherese, con István Gaál, Miklós Jancsó, István Szabó, per citare solo alcuni nomi. Nel 1970 István Gaál (1933-2007) ha vinto a Cannes il Premio della Giuria con il film “I Falchi” . Dopo questo periodo in cui il cinema cercava di dare una critica al sistema vigente in quel periodo, attraverso immagini ed allegorie. Dopo la caduta del Muro di Berlino, il cinema ha potuto essere concepito in modo diverso, liberandosi da una censura spesso forte ed oppressiva. Nel corso degli anni l'industria cinematografica ungherese ha smesso di essere legata a tematiche imposte. Bisogna osservare comunque che già i lavori dei registi che ho nominato richiamavano il cinema italiano, con rimandi a Fellini, Rossellini, Antonioni, ad esempio. Dopo l'89 la svolta è avvenuta anche riguardo alla diffusione dei film ungheresi all'estero e in Italia.
Per quali ragioni ci sono molte co-produzioni italo-ungheresi?
Queste co-produzioni sono legate inanzitutto ai numerosi legami tra Ungheria e Italia, anche in ambito cinematografico. Ci sono stati registi ungheresi che hanno studiato, ma anche insegnato, al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, avviando una fruttuosa serie di scambi tra i due paesi, che hanno aperto la strada alle co-produzioni. Dal punto di vista burocratico e politico ci sono stati accordi tra Italia e Ungheria, che hanno favorito le co-produzioni, soprattutto sul piano fiscale. In Ungheria vedono la luce molte altre co-produzioni, grazie alle agevolazioni economico, agli scenari e alle strutture presenti sul territorio, un insieme di fattori che rendono questo settore uno dei più importanti per il paese.
L'Ungheria al Festival di Cannes 2010: puoi parlarcene?
La presenza di quattro giovani registi ungheresi al Festival è la dimostrazione della ripresa del settore in Ungheria. Ci sono tra gli altri Kornél Mundruczó, che nonostante abbia solo 35 anni era stato già a Cannes con “Delta” (quest'anno a Cannes con "Tender Son – The Frankenstein Project", rivisitazione in chiave moderna del Frankenstein di Mary Shelley) e Agnés Kocsis (a Cannes nel 2006 con “Virus” e quest'anno con “Adrienn Pál”), entrambi apprezzati sulla scena internazionale per la loro bravura. La presenza ungherese non is limita ai giovani, infatti è stato presentata a Cannes anche una vecchia pellicola restaurata, quindi anche i classici ungheresi cominciano ad essere rispolverati e presentati al grande pubblico, che purtroppo conosce ancora poco questo cinema.
Salutaci consigliandoci un film ungherese.
Ne consiglierei molti, ma stavolta mi concentrerei sulle commedie. Ne sono nate molte dal 2000 oggi, col costituirsi di un nuovo filone. Ad esempio "Valami Amerika", "Kontroll", "L 'Investigatore" - “A nyomozó”, in ungherese - film che per qualità e piacevolezza richiamano la commedia all'italiana.

lunedì 3 maggio 2010

Intervista a Francesca Perino di Kirandulando, tour operator italiano per Ungheria

Da Economia.hu

Kirandulando è un tour operator diverso dagli altri, legato a doppio nodo all'Ungheria; si intuisce già dal nome. Kirandulando è l'italianizzazione del verbo ungherese “kirándul”, che significa “fare una gita”, molto familiare per gli ungheresi, orecchiabile e curioso per gli italiani. Francesca Perino, titolare di Kirandulando, ha risposto con entusiasmo alle domande di Economia.hu, soddisfatta dei primi mesi di vita della nuova attività, che ha appena inaugurato il suo nuovo portale, portando l'Ungheria in primissimo piano. Le sue parole trasmettono un sincero interesse e attaccamento alla terra magiara, alla cui scia si attacca la prima, inevitabile, domanda.

Come nasce Kirandulando e la vostra passione per l'Ungheria?
Kirandulando è un progetto ideato nel 2005 da Marco Insalata, presidente dell’Associazione Culturale Ecoluogo, per promuovere viaggi associativi e un turismo responsabile con destinazione Ungheria, meta da lui molto amata e frequentata per motivi prima di turismo e poi familiari. Nel 2009 ho scoperto questo progetto, mi sono appassionata e ho immaginato la possibilità di estenderlo a tutto il mercato italiano, proponendo viaggi di qualità, “su misura”, che andassero incontro alle esigenze del turista. Quindi abbiamo unito la mia esperienza decennale nel turismo e la conoscenza ventennale dell’Ungheria di Marco Insalata ed è nato il primo e unico tour operator italiano specializzato nella destinazione.

Cosa differenzia Kirandulando dagli altri tour operator?

I nostri servizi sono diversi perché selezionati personalmente con grande cura e ricercatezza, allo scopo di fornire un'offerta di alta qualità ma offrendo un prodotto accessibile economicamente. Le nostre proposte non sono mai generaliste. Guardiamo alla bellezza dei luoghi, non alle mode.
Come siete stati accolti dagli operatori ungheresi?
Gli operatori ungheresi ci hanno accolto con entusiasmo e molti hanno dimostrato fiducia nel prodotto. Siamo stati ospitati, seguiti e a volte direi proprio “coccolati”. Abbiamo conosciuto persone splendide e la loro disponibilità e spontaneità ci ha permesso di raggiungere ottimi accordi che, sono sicura, verranno consolidati negli anni.
Il turista italiano è interessato all'Ungheria? Può darci qualche dato sulla domanda da parte turisti italiani per visitare questo paese?
Posso sbilanciarmi un po’ dicendo che in Italia l’Ungheria non è molto conosciuta e non credo di sbagliarmi troppo con questa affermazione, perché è la netta impressione che abbiamo avuto presentando il prodotto. Purtroppo non ci sono stati investimenti da parte ungherese per sollecitare il mercato turistico italiano e il commento più frequente che ci è stato rivolto, dopo la visione del nostro catalogo, è “non pensavo che in Ungheria ci fossero così tante cose da vedere!”. L’interesse verso un prodotto si crea, questo non è un problema e il mercato viene continuamente stimolato con nuove iniziative. Inoltre nel 2009 il turismo italiano in Ungheria è cresciuto del 30% circa (dato fornito dall’Ufficio del Turismo Ungherese), quindi le potenzialità ci sono.
Quali sono le destinazioni da voi consigliate nel paese?

(ride, spiegandomi che a questa domanda non è semplice rispondere in pochi secondi) Abbiamo ideato il catalogo proponendo 5 temi (Budapest e dintorni; Terme; Arte e Cultura; Natura e Sport; Enogastronomia), una sezione con gli Eventi e una con i Castelli-albergo selezionati sul territorio. Quindi l’idea è di far avvicinare gli italiani all’Ungheria in modo “globale”, offrendo spunti per una vacanza-caleidoscopio in cui si possa fare veramente un po’ di tutto oppure anche solo una cosa, ma in modo assolutamente ricercato. Ovviamente Budapest resta la punta del diamante, ma nessun luogo andrebbe trascurato.
Quanto e come conoscete il suo territorio?
Fortunatamente l’Ungheria non ha un territorio troppo esteso. Avessimo scelto l’Australia, forse sarebbe stato più complicato… Marco Insalata ha avuto modo, negli anni, di visitare il Paese in modo approfondito e in questi mesi abbiamo programmato insieme periodiche “incursioni” per conoscere di persona i fornitori, visitare le strutture selezionate, consolidare gli accordi già presi. Ogni viaggio porta nuove scoperte: direi che non si sa mai abbastanza, ma questo è molto stimolante.
Un luogo speciale in Ungheria?

Per me la vista di Budapest di notte è imperdibile, per Marco attraversare la Puszta nella sua immensità.
Ci indichi tre mete imperdibili.
Budapest; le regioni di Eger e le cantine centenarie del Tokaj; una notte romantica in uno dei numerosi e affascinanti Castelli. Ma in realtà dovremmo poter citare almeno una “TopTen”!
Quali attività praticabili nel paese possono essere considerate un valore aggiunto per l'Ungheria?
Il mio entusiasmo è rivolto soprattutto ai numerosi Parchi Nazionali presenti sul territorio, che offrono agli amanti della natura e agli escursionisti la possibilità di passeggiate (a piedi, in bici o a cavallo) attraverso nuovi panorami molto diversi da quelli italiani. Anche gli ottimi Golf Club danno al Paese l’occasione di muovere un turismo sportivo molto esigente, sempre alla ricerca di nuove mete.

Non poi dimentichiamo le potenzialità degli stabilimenti termali di tutta l’Ungheria, che soddisfano ampiamente le richieste di un turismo “Wellness” attualmente in crescita.

Kirandulando ha sede a Torino, Via G. D'Annunzio 2 - 10090 Rosta (TO) - Italy

Sito: www.kirandulando.it

Claudia Leporatti


giovedì 22 aprile 2010

Economia.hu intervista Federigo Argentieri: l'Ungheria dopo le elezioni

Da Economia.hu
Come commenta il risultato delle ultime elezioni politiche in Ungheria?
I sondaggi si sono rivelati veritieri. L’ampia maggioranza raggiunta dalla FIDESZ (acronimo per Federazione dei Giovani Democratici) ricorda quella dei socialisti del 1994. In questa posizione, FIDESZ può tenere sotto controllo Jobbik, all’opposizione, un partito a mio avviso più preoccupante anche rispetto al Miép di Csurka István, la formazione di estrema destra nata negli anni Novanta di cui ha gradualmente preso il posto, almeno in parte. Di Jobbik preoccupano soprattutto alcune affermazioni, ad esempio il fatto che si opponga agli investimenti di Israele in Ungheria in quanto troppo numerosi, mentre altri paesi ne hanno di più, come Germania, Olanda o Austria, e non vengono contestati per questo. In prese di posizione simili Jobbik riecheggia un passato nefasto, che l’Ungheria ha purtroppo vissuto.
FIDESZ aspira ad essere un partito democristiano di stampo europeo. Il suo leader, Viktor Orbán, ha buoni rapporti con Angela Merkel e ne mantiene di ottimi con Berlusconi. Ne aveva anche con l’appena scomparso Presidente della Repubblica polacco Lech Kaczynski (vittima dell’incidente aereo in Russia del 10 aprile 2010) e si può prevedere che ne avrà anche con il nuovo presidente che sarà presto eletto. Credo che saprà proseguire un rapporto positivo anche con Sarkozy e non vedo problemi all’orizzonte con Putin, né con il vincitore delle prossime elezioni inglesi.
Quali sono le questioni centrali che il nuovo Governo dovrà affrontare?
In politica economica ci sono grossi problemi. Per sperare di entrare nell’Euro, l’Ungheria deve lavorare sodo. C’è un detto ungherese per distinguere i diversi periodi storici: “Kényszerpálya és mozgástér”. Potremmo tradurlo come “percorso obbligato o con margine di manovra”. In questo momento l’Ungheria non può permettersi di largheggiare, si trova di fronte ad un percorso obbligato. FIDESZ non può allontanarsi molto dal percorso intrapreso dai socialisti dei precedenti governi. La retorica di FIDESZ di certo è molto differente da quella del socialista MSZP, ma la politica economica non potrà cambiare molto. Occorreranno tra l’altro ulteriori aumenti di prezzi in diversi settori, dalle rette scolastiche ed universitarie alla sanità.
Cosa ha determinato la sconfitta dei socialisti del MSZP?
Sono convinto che MSZP abbia perso per un problema di trasparenza. Il partito non ha avuto il coraggio di parlare delle condizioni del paese prima delle elezioni. Mi riferisco al 2006, quando l’allora Primo Ministro socialista Ferenc Gyurcsány non ha ammesso di fronte al popolo ungherese le condizioni economiche del paese, ma lo ha fatto invece a porte chiuse. In una riunione interna del partito, Gyurcsány ha parlato con toni accesi delle gravi condizioni economiche dell’Ungheria ed ha aggiunto di aver mentito in campagna elettorale. Il suo discorso è stato poi reso noto attraverso una soffiata alla stampa, che ha provocato un grosso scandalo e una crescente sfiducia verso il centro-sinistra. Ritengo che il MSZP abbia fallito in questo, più che sulla politica economica.
Di cosa ha bisogno, adesso, l’Ungheria?
Di risanamento. L’Ungheria deve entrare nella zona Euro, non può permettersi di restare indietro rispetto ai paesi vicini. Un paese dell’ex blocco sovietico che riesce ad affiancarsi al resto d’Europa a livello politico, ma non riesce a fare lo stesso sul piano economico rappresenta un paradosso. Penso che sia necessario proseguire con la riforma del paese, soprattutto in alcuni settori dello stato sociale, creando un sistema in cui costi e benefici siano in equilibrio.
Come conviveranno, secondo lei, i cinque partiti che andranno a comporre il Parlamento?
Ci saranno sicuramente scontri verbali, anche pesanti, ma forse nulla di più grave. I politici ungheresi amano dirsene di tutti i colori, ma sono bravi a creare stabilità politica. Come dimostrano gli ultimi vent’anni, in cui non c’è mai stata una crisi di Governo e in compenso si è vista una notevole alternanza al potere.
Da dove potrebbe arrivare una svolta per far diminuire la sfiducia negli ungheresi nella politica?
Serve trasparenza. Solo con questo ingrediente i rapporti tra politica e pubblico potranno migliorare. Vedremo come si comporterà questo nuovo governo.

Federigo Argentieri
Federigo Argentieri dirige l’Istituto Guarini e insegna Storia Contemporanea e Politica Internazionale alla John Cabot University e al Temple University Rome Campus. Laureato in Scienze Politiche all’Università “La Sapienza” di Roma, Federigo Argentieri ha in seguito conseguito un Ph.D in Storia Moderna e Contemporanea presso l ‘Università delle Scienze Eötvös Lorand (ELTE) di Budapest. Dal 1994 al 2001 ha insegnato Storia dell’Europa orientale presso la Facoltà di Scienze Politiche “Cesare Alfieri” di Firenze. Co-fondatore, nel 1989, dell’Istituto per la storia della rivoluzione ungherese del 1956, nel 2005 è stato insignito della Croce media al Merito della Repubblica ungherese. Tra le sue pubblicazioni, il libro edito da Marsilio “Budapest 1956 – la rivoluzione calunniata”.

Claudia Leporatti, Economia.hu

Articolo originale

venerdì 19 marzo 2010

Intervista a Eva Kottrova, un'ungherese per il Made in Italy


Economia.hu intervista Eva Kottrova, l`esperta di prodotti e vini italiani famosa nei media italiani e nel mondo dell`enogastronomia. Slovacca di nascita, ma di cultura ungherese, Eva è una conosciuta sommelier delll` Associazione Italiana Sommelliers ed opinionista per varie riviste dell`Est Europa che da anni vive nelle Marche, ad Ancona.

Ci racconti la sua storia. Come si é appassionata all`Italia? Da quanto tempo ha lasciato l`Ungheria?
Appassionata di lirica, arie melodiche e arte sin dalla tenera infanzia, ho sempre sognato la Terra che ha dato i natali ai più grandi geni dell’umanità. Da poco più di dieci anni ho coronato il mio desiderio di approdare in Italia. Ho conosciuto in maniera fortuita il mio attuale compagno che mi ha letteralmente rapita dalla mia Terra e portata nel capoluogo marchigiano. Affiancando il lavoro manageriale del mio uomo nel settore del marketing e della comunicazione aziendale, ho affinato la mia preparazione nel creare identità istituzionali e di prodotto, oltre che organizzare campagne di lancio ed eventi mondani. Prima di pubblicare articoli per svariate testate sia italiane che straniere, ho avuto la fortuna di esplorare l’Italia in ogni più nascosto meandro, visitare centinaia di musei, conoscere migliaia di prodotti dal carattere unico e soprattutto confrontarmi con le peculiarità dei luoghi e delle sue genti. Sono profondamente ammaliata da cotanta bellezza, unica al mondo, ma poco conosciuta anche dagli stessi italiani e spesso bistrattata.

Come valuta i vini? Quali caratteristiche determinano l'eccellenza?
Tutti i prodotti preparati con coscienza, con talento, con amore verso il proprio territorio e soprattutto con passione, sono meritevoli di considerazione e possono assurgere all’eccellenza.
Le biodifferenze dipendono sicuramente dai microclimi differenti tra loro, ma anche dalla sapiente cura esercitata con amore filiale dal maestro cantiniere nei riguardi del prodotto; i vini riflettono spesso l’indole del vignaiolo.
L’esperienza del sommelier ha, poi, il difficile compito di combinare matrimoni perfetti tra vini e pietanze. Anche il migliore dei vini può risultare sgradevole se non abbinato adeguatamente.
Bere è una vera gioia, ma occorre sapientemente saper scegliere i vini e abbinarli al cibo in assoluta armonia e in perfetto equilibrio sensoriale.

Cosa differenzia i vini italiani da quelli dell'Ungheria?
La differenza si palesa nel differente territorio di provenienza e nella bravura del produttore; conosco vini eccellenti e scadenti sia in Ungheria che in Italia.
Nella antica Enotria (la Calabria) la cultura del “fare vino” è presente sin da prima dell’avvento del popolo romano, quindi l’esperienza di settore e la quantità smisurata dei prodotti consente di avere una gamma elevata di eccellenze territoriali, sicuramente superiori a quelle di altri popoli.

Attraverso quali strumenti promuove il Made in Italy?
Oltre ad organizzare degustazioni e consultare buyer, opinion leader e produttori presenti alla manifestazioni e fiere di settore, divulgo il “Made in Italy” attraverso articoli che pubblico su diverse testate, anche nazionali, promuovendo prodotti di nicchia assolutamente meritevoli, spesso sconosciuti all’estero, oltre a pubblicizzare qualche cantina ambiziosa o personaggi di notevole spessore.

Si occupa non solo di promuovere i prodotti dello stivale ma anche di difenderli dalle imitazioni. In che modo?

Certamente. Oltre alla divulgazione dei “tesori italici” è preponderante il mio assoluto e strenuo contrasto a tutte le contraffazioni del “Made in Italy”, preservandone l’identità storica e culturale.
Troppo “sentire italiano”, che italiano non è, ha invaso i mercati globali contaminando e depauperando un comparto che rappresenta il fiore all’occhiello della nuova economia del Bel Paese, soprattutto negli stati delle economie emergenti, dove il cibo e il bere italiano è considerato status symbol dai nuovi ceti dominanti. L’inquinamento generato dai singoli produttori disonesti sta divenendo inquinamento collettivo. Moltissimi consumatori si illudono di scoprire l’oro liquido di un extravergine in una bottiglia di olio di oliva di dubbia provenienza o di consumare il piatto italiano per antonomasia ordinando in un qualsiasi ristorante del pianeta “spaghetti alla bolognese”, conosciuti in tutto il mondo tranne che in Italia.
L’elenco delle situazioni similari è lunghissimo, dal “Parmesan” alle improbabili mozzarelle di bufala, per non parlare delle preparazioni a dir poco approssimative dei piatti italiani più famosi additivati da ingredienti fantasiosi. Forse è ora di iniziare a fare un po’ di chiarezza.

Claudia Leporatti


giovedì 11 marzo 2010

Ispirati da Amelie fondano a Praga l`agenzia di viaggi più originale del mondo: solo clienti di peluche


PRAGA – Un gruppo di giovani ingegnosi e intrepidi, affatto spaventati dal fatto che un business che non soddisfa nessuna necessità, almeno non degli esseri umani, possa rivelarsi un flop, in tempi di di crisi economica. Senz'altro intelligenti. Le persone possono risparmiare sulla qualità dei prodotti che comprano al supermercato, ma di solito non rinunciano agli sfizi. Vivono a Praga dove ognuno ha il suo lavoro “serio” o, potremmo dire “ordinario”. Uno di loro é stato nientemeno che il Ministro Ceco per l'Information Technology e adesso, con gli altri membri di Toy Traveling, si occupa di gestire la prima agenzia di viaggi per pupazzi. Niente scherzi, la crisi si combatte a colpi di creatività, qualità che in questa parte dell'Europa, fatevelo dire da una che vive in Ungheria, non manca di certo. Ai limiti dell'assurdo. Hai un peluche preferito che ti offre la sua muta compagnia fin dai tuoi primi passi, un orsetto che stringi per piangere alla fine delle tue relazioni o che porti sempre con te ma lasci a casa durante le vacanze terrorizzata/o all'idea di perderlo? Se credi che provi dei sentimenti, allora sarai d`accordo nel convenire che dovrebbe avere anche delle esigenze. Potrebbe, per esempio, voler vedere un poco il mondo, sentirsi vivo e avventuroso. Toy Traveling esiste per questo. Oppure vuoi fare un regalo spiritoso ad un amico, per stupirlo completamente e farti una risata insieme a lui quando il peluche viaggiatore arriverà di nuovo a casa e lui capirà che, no i ladri non sono impazziti e non hanno iniziato a fare furti di pupazzi. I peluche, in compenso, hanno cominciato a viaggiare!

Parliamo con Tomio Okamura(37 anni), Vice Presidente dell`Associazione Tour Operator e Agenti di Viaggio della Repubblica Ceca e uomo d`affari nell`industria dei viaggi.


Come nasceToy Traveling?
Il nostro fondatore, il project manager Marek Hlávk (22 anni), ha cominciato a fantasticare su questo progetto dopo aver visto il famoso film francese “Il Favoloso Mondo di Amelie”, in cui la protagonista si fa aiutare da un'amica hostess per spedire al padre cartoline del suo amato nano da giardino dai quattro angoli del globo, facendogli credere che abbia viaggiato. In quel caso si trattava di una montatura e di un nano. Noi lo facciamo davvero, ma con i pupazzi. L'idea è uscita fuori durante lo show televisivo Den-D (versione ceca del famoso programma Dragon's den, un'invenzione giapponese resa famosa dalla rete inglese BBC. Un gruppo di imprenditori, detti i Dragoni, propongono una loro idea per farla valutare e mettere in atto da esperti. Ndr.), in cui io e l`ex Ministro Dana Bérova siamo due degli investitori. Alla fine, abbiamo deciso trasformare l`idea in investimento e fondato la nostra agenzia. Siamo attivi da tre settimane.

Come funziona Toy Traveling?
Le persone amano i loro orsacchiotti, sa che ce ne sono oltre 1 miliardo al mondo? Attraverso il nostro sito web www.toytraveling.com i clienti possono scegliere il pacchetto che preferiscono, pagare la cifra richiesta ed inviarci il loro amico di peluche preferito, che si godrà un confortevole viaggio nella bellissima Praga. Al suo arrivo ci prendiamo cura del pupazzo viaggiatore, gli scattiamo delle foto e, al termine della permanenza, lo rispediamo al proprietario con i suoi bagagli.

In cosa consistono i vostri pacchetti? Quanto costano?
Come una qualsiasi agenzia di viaggi offriamo opzioni diverse a seconda della fascia di prezzo. L'offerta base parte dai 90 euro, ma si può arrivare fino a 150 euro con il pacchetto più costoso, che include massaggio, aromaterapia e una scatola speciale con coperta e cuscino per rendere il ritorno a casa del giocattolo più piacevole. Aggiungiamo sempre anche una sorpresa, come un vasetto di cristallo di Boemia o un altro piccolo dono, oltre ad un
certificato e ad un diario di viaggio. L'aromaterapia prevede lo scatto di foto mentre il pupazzo si trova nella bella stanza di un salone professionale di aromaterapia, sdraiato sul lettino mentre inala uno speciale aroma salutare. Il massaggio invece avviene davanti ad un famoso monumento di Praga, naturalmente con foto a testimonianza che il peluche si è goduto un massaggio a Praga. Abbiamo anche un`opzione aggiuntiva: il massaggio tailandese.

I peluche possono viaggiare solo a Praga?
La nostra città è il nostro punto di partenza e trampolino di lancio dell'attività. In pochi mesi aggiungeremo molte altre destinazioni: Berlino, Budapest, Monaco, Vienna, Bratislava. Abbiamo in programma di arrivare ad aggiungere, verso la fine del 2010, anche New York, Tokyo e altre metropoli. Vogliamo diventare globali. Stiamo anche lavorando alla traduzione della nostra Homepage (adesso in inglese) in tedesco, francese e giapponese.

Come giudica queste prime settimane? Molti clienti?
Abbiamo già ricevuto centinaia di ordini, soprattutto da Stati Uniti, Giappone, Russia e Regno Unito. Sono arrivati giocattoli anche da paesi come il Brasile, l'Australia, il Messico e Hong-Kong. Da questa settimana il pagamento è possibile direttamente dal sito, con carta di credito.

Sono curiosa: quanto dura il viaggio?
A seconda della distanza e del tempo atmosferico, da 1 a 5 giorni. I nostri amici devono avere foto luminose, in una bella giornata. A volte occorre stare un po' al chiuso e aspettare che le condizioni migliorino, prima di uscire per il sightseeing. Quando rispediamo il peluche al mittente inviamo anche un CD e uno speciale passaporto.

Complimenti per l'originalità e buona fortuna!

A pensarci bene era l'ora che esistesse un servizio per i nostri amici di peluche e di pezza. Quando avevo sei anni sono stata in viaggio alle Isole Canarie con la mia famiglia e su un'isola, la Gomera, ho ricevuto un piccolo panda di peluche, cui abbiamo dato nome Fulvio. Da allora Fulvio viaggia con me o con mio fratello e, devo ammetterlo, i numerosi cambi di aria lo hanno reso il più interessante e soddisfatto di tutti i miei pupazzi.


Scherzi a parte, senz'altro un modo ingegnoso per promuovere il turismo e far conoscere le bellezze delle capitali, a partire da Praga.

Claudia Leporatti

Link: www.toytraveling.com

venerdì 26 febbraio 2010

VIDEO-Intervista: Sistema Italia ICE a FOODAPEST 2010

Da www.economia.hu - Dal Sistema Italia dell'Ice alla fiera Foodapest 2010, Economia.hu incontra Hetényi Ágnes dell'ufficio ICE di Budapest.

Design da New York per il Food italiano

Lo Spazio Italia all`interno della fiera e` decorato con le foto inviate da ICE New York. Negli Stati Uniti l`ICE attua molta promozione per i prodotti alimentari italiani, rivolgendosi ad un grande mercato, e collabora con un`agenzia fotografica che sta lavorando a queste bellissime immagini.

Foto che uniscono la bellezza naturale del cibo, in particolare delle specialita` tipiche italiane come la mozzarella, alla bellezza delle forme di fiori e frutti, creando combinazioni di alimenti deliziose per la vista oltre che per il palato. Ad esempio il pomodoro e la mozzarella uniti insieme a formare una ricca coppia di ciliegie, o il melone decorato con roselline di prosciutto crudo e foglioline di basilico.



L`interesse del pubblico

Il nostro stand raccoglie 12 espositori italiani, ognuno con una sua apposita vetrina di prodotti . Hanno avuto molto successivo i vini, ma anche i prodotti da forno, i condimenti, i dolci, i formaggi, la pasta, i condimenti e il caffe`. L`interesse verso l`alimentare italiano in Ungheria e` consolidato.
Il feedback degli espositori
La stragrande maggioranza degli espositori e` molto soddisfatta. Molti di loro hanno infatti trovato potenziali acquirenti, grossisti ed importatori ungheresi per i loro prodotti. Adesso tocca a loro lavorare per far fruttare al meglio il contatto allacciato in fiera.

giovedì 25 febbraio 2010

VIDEO-Intervista a Davide Tagliapietra, da Vicenza a Budapest per UKBA

Da www.economia.hu BUDAPEST - Economia.hu intervista a Davide Tagliapietra, a Budapest da Vicenza per rappresentare un team di aziende locali. L`incontro ha luogo all`interno dello stand della Lorapack pressp Ukba, la fiera della panificazione, della pasticceria e del gelato, a Budapest in contemporanea con FOODAPEST 2010.


La realta` vicentina: eccellenza del settore
Rappresento aziende di Vicenza, una zona leader mondiale per la costruzione e progettazione di impastatrici e macchine per panificazione. Vicenza e` un punto di riferimento per tutto il mondo per i settori del bakery e del pastry. Le aziende che rappresneto sono la Escher Mixers di Schio, la Ital Pan di Zane`, La Lorapack di Tiene, la Pregel e la Ennegi di Milano, azienda specializzata nel packaging.
La fiera UKBA a Budapest
Siamo molto contenti della fiera. Molto interesse da parte dei panificatori ungheresi e anche da parte degli italiani che sono venuti a Budapest per conoscere questo mercato attraverso le due fiere di questi giorni.

mercoledì 24 febbraio 2010

Intervista video a Pasquale Luna di Lunafunghi, da Foodapest 2010

Da www.economia.hu - BUDAPEST, 24 febbraio - All'interno del Sistema Italia organizzato presso HUNGEXPO di Budapest per Foodapest 2010 dall'ICE, Istituto per il Commercio Estero, abbiamo intervistato Pasquale Luna di Luna Funghi S.a.s, azienda italiana conosciuta a livello internazionale per la ricerca, la lavorazione e la distribuzione di funghi freschi, surgelati e sottolio. Luna Funghi produce anche ottime specialità calabresi,come le creme di olive e le salse piccanti. Infine non mancano le delizie come la tartufata, il formaggio al tartufo, le alici e la caratteristica 'nduja. Attiva anche in Ungheria tramite Luna Gomba Bt., nata nel 1995, territorio di vitale importanza per l'azienda in quanto fonte di ottima ed abbondante materia prima.
Luna Funghi: la tradizione del gusto calabrese
Siamo la terza generazione per lavorazione di funghi, il nostro prodotto di punta, cui fanno contorno altre specialita`.
In Ungheria siamo presenti nella grande distribuzione, nei supermercati Metro e Spar con funghi congelati. Stiamo cercando un importatore che possa acquistare anche un prodotto come i sottoli, per i negozi piu` piccoli, una categoria che riscuote un buon successo di pubblico, come vediamo dalle richieste, anche in fiera.

La ristorazione ungherese e italiana in Ungheria
Una buona parte deella ristorazione si rifornisce dei nostri prodotti tramite un grossista. L`Ungheria rappresenta molto per noi anche perche` ci riforniamo qui di ottimi funghi freschi, per diversi mesi all`anno.

giovedì 18 febbraio 2010

Intervista a Mauro Bressan: dalla Fiorentina a Budapest


Da www.economia.hu
BUDAPEST - In seguito alle sue dichiarazioni nell´intervista per "Il Giornale", in cui ha suggerito all´ Italia di venire ad investire in Ungheria, abbiamo intervistato Mauro Bressan, ex calciatore di varie squadre italiane e oggi direttore sportivo del Vasas SC, club di Budapest nella prima serie del campionato ungherese.

Da un mese e mezzo lavora a Budapest come Direttore Sportivo del Vasas. Come é arrivato in Ungheria?

Da molto tempo cercavo un club da rilevare. Ho viaggiato per conto di investitori italiani in vari paesi, ad esempio Slovenia e Svizzera. Mi ha colpito il Vasas e sono tornato a mostrarlo ad alcune persone. Alla fine io e Giovanni Dellacasa abbiamo invece deciso di restare e lavorare nel Vasas. Questo soprattutto grazie alla sintonia che si é creata tra noi ed iI presidente del club, Markovits László.

Di cosa si occupa esattamente?
Da un mese e mezzo stiamo lavorando sul campo. Il mio lavoro consiste soprattutto nel trovare investitori interessati ai nostri calciatori. Abbiamo giá fatto molto, ma resta tanto da fare ancora. Al momento siamo decimi in classifica, ma la squadra ha il potenziale per fare di piú.


Quali sono le opportunitá per l´Italia qui in Ungheria?

In Ungheria ho scoperto un grande talento.Ci sono calciatori dotati in cui investire, che potrebbero giocare benissimo da noi e anche la possibilitá di portare le nostre competenze qui in Ungheria. Il mix di talento e tecnica ungheresi con l´italianitá sarebbe l´ideale. Con le nostre tecniche di allenamento I giocatori locali diventerebbero rapidamente piú appetibili sul mercato internazionale.

Giá oggi si sente parlare italiano qui negli spogliatoi del Vasas, alla periferia di Budapest. Allenata da Giovanni Dellacasa, la squadra appare vitale, in fase di rinnovamento, anche guardando agli edifici all´interno del grande centro sportivo in cui ha sede.

Ci sono differenze tra il calcio italiano e quello ungherese?


Sí, notevoli. Il nostro calcio é piú ordinato e strutturato. In Ungheria manca l´abitudine a giocare in giorni ravvicinati, anchela preparazione atletica non é funzionale ai nostri ritmi di gioco. Le doti tecniche, peró, sono superiori in Ungheria. Per questo qui l´Italia puó sia dare sia attingere.



Come si trova a Budapest?


Molto bene. Ho scoperto una cittá veramente bella, dove non manca niente. Il lavoro mi assorbe completamente, quindi non ho il tempo di godermela, ma é senz´altro un bellissimo posto da vivere, oltre che da visitare.

Guardiamo al futuro. Pensa di tornare in Italia?


Sono italiano e non penso di trascorrere tutta la mia vita in Ungheria. Questa esperienza mi serve per poter poi fare lo stesso lavoro in Italia, per una delle nostre squadre.

Un´ultima domanda, una curiositá personale. Ha giocato in molte squadre italiane, dal Milan al Como alla Fiorentina , passando per Perugia, Foggia, Venezia e Cagliari. A quale si sente piú legato?


Mi sono affezionato a tutte le squadre in cui ho giocato. Ovviamente il Milan ha un posto speciale nei miei ricordi, perché all´epoca avevo 18 anni e l´entusiasmo era tanto, oltretutto erano gli anni di Van Basten, Gullit e di altri grandi giocatori. Ma anche le altre squasre sono state importanti, in primo luogo la Fiorentina, dove sono rimasto due anni.