mercoledì 16 dicembre 2009

Intervista a Umberto Gorirossi, il farmacista artista

Da Coraggio Italia - Intervista a Umberto Gorirossi, giovane farmacista napoletano che da quattro anni fa l'artista. Le sue opere hanno la non trascurabile caratteristica di "parlare". Un incontro per capire le caratteristiche dei suoi lavori, come nascono e cosa rappresentano. Cercando di capire anche la sua personalità, quella di una persona decisa e consapevole delle proprie capacità, dotata di un grande interesse verso gli altri.

Per creare le sue opere la ispira di più l'ambiente o delle immagini di fantasia?
In realtà, mi ispiro prevalentemente ai miei stati d'animo, a storie di tutti i giorni, a concetti di dominio pubblico e talvolta a storie di vita vissuta.
Utilizzo quindi anche argomenti suggeriti da persone, amici, conoscenti, che hanno voglia di vedere la mia interpretazione artistica di un loro dilemma, dubbio, argomento, concetto. Mi piace indicare una strada, suggerire una via da seguire o una soluzione Cerco di dare attraverso i miei lavori almeno un consiglio.
Quindi più che seguire un' ispirazione, seguo una via fatta di ostacoli da superare. E questo mi piace.

Nel suo blog ha inserito un sottofondo musicale. La musica la aiuta a creare? Quale genere preferisce?
A volte ascolto musica, per rilassarmi. Mi aiuta per scelte cromatiche. Prediligo musica classica, pianoforte. Mi piace molto anche il jazz .
Pensa che l'Italia sia un buon paese dove vivere per un artista?
Penso che il paese sia del tutto ininfluente. Credo fermamente nelle singole qualità e nella meritocrazia.
In ogni caso l'Italia è secondo me un paese nel quale le doti artistiche sono sempre state apprezzate nella giusta misura. Forse oggi ci sono difficoltà in Italia, ma sono dovute da un momento di crisi generale, più che alle condizioni del paese.

Quando era piccolo, cosa sognava di fare "da grande"?
Sono un farmacista, ma da piccolo sognavo di fare l'architetto. Qualsiasi foglio bianco diventava motivo per studiare una disposizione geniale di muri e porte, per tentare una divisione intelligente degli spazi. Alla fine mi sono ritrovato a dividere i comparti della mia anima secondo una disposizione logica delle mie emozioni. Attraverso l'arte riesco ad essere davvero me stesso.

Le piace scrivere?
Mi piace moltissimo scrivere, mi piace far riflettere, incuriosire, intrigare, analizzare, e spiegare. Utilizzo la scrittura per accompagnare molti dei miei lavori. Sebbene alcuni critici siano contrari a questo.
Con le spiegazioni che accompagnano i miei quadri io non intendo assolutamente frenare l'emozione altrui, bensì intendo specificare, chiarire, alcuni aspetti dell'opera stessa. Forse per cercare di essere compreso al meglio.

Ha mai studiato filosofia? Glielo chiedo perché da alcune sue opere si direbbe di sì. I concetti che esprimono sono sempre molto profondi, densi di riflessioni e i rimandi alla filosofia mi sembrano frequenti.
La ringrazio di questa osservazione, le sono grato.
Provengo da studi scientifici, la filosofia però mi ha sempre affascinato.
La cosa che più mi intriga dei filosofi è la loro naturale predisposizione al ragionamento volto sempre ad uno scopo, ad un un fine.
Il tentativo di trovare una strada cercando di far funzionare il cervello mi affascina.
Nelle mie opere cerco di fare lo stesso, usando il complemento del disegno.

Osservando le sue opere sono rimasta colpita da Scelte e Compromessi. Ho poi scoperto che ha vinto un premio, nel 2005, un anno di svolta per lei. Può parlarcene?
Effettivamente Scelte e Compromessi (nella foto qui sotto, nda) è stato il mio secondo quadro.
Rimasi stupito anch'io nel momento in cui mi comunicarono di aver vinto con un quadro un premio letterario. In effetti è come se qualcuno avesse deciso di affermare che i miei quadri parlano. Da allora comunicare attraverso il disegno è stata da allora una mia primaria necessità, scopo perseguito attraverso un'elaborazione grafica di un pensiero.

Il 2005 è stato per me l'anno in cui ho iniziato a dipingere e, allo stesso tempo, l'anno in cui ho iniziato a prendere coscienza delle mie caratteristiche.

Cosa vuole comunicare al mondo con le sue opere?
Potrei peccare di presunzione rispondendo a questa domanda.
Mi limito a dire che il mio modo di vedere e di rappresentare un pensiero, un concetto vorrei fosse condiviso e utilizzato da tutti.

Pensa che nel futuro l'arte si sposterà sempre di più sul web?
Presumo proprio di sì. D'altronde quello che mi sta succedendo è proprio la prova che il web è di certo un mezzo che ha rivoluzionato e continuerà a rivoluzionare tutto.
Il web ha ridotto i tempi. Tutte le pubblicazioni, le antologie letterarie, i premi e le soddisfazioni da me ricevute si sono verificate così rapidamente proprio per il fatto che la possibilità di essere notati è esponenziale. In ogni caso un quadro va visto da vicino. La bellezza di perdersi e di condividere il pensiero dell'artista davanti all'opera è assolutamente impagabile il web aiuterà sempre di più a ridurre i tempi per venire a conoscenza dell'opera di un'artista.

*___________________________________________________________________*

A posteriori, Umberto Gorirossi mi ha ringraziato per l'intervista e mi ha scritto uno dei più bei complimenti che abbia ricevuto. Per non rischiare di perderlo lo richiamo in qui nel mio blog, come sprone a fare sempre meglio e anche per esprimere la mia gratitudine. Intervistare è bello perché permette di imparare e divulgare le tue scoperte. La più grande soddisfazione è sapere che tutte le tue paure, quelle che ti portano a riempire fogli e fogli di domande nel timore che l'intervistato le trovi stupide o inadatte al suo caso, non erano fondate. L'intervista riuscita, secondo me, è quella che non delude l'intervistato. Che gli dà spazio, non lo mette in condizione di dover rettificare o integrare e nemmeno nel dubbio di essere pubblicizzato per quello che non è.

"Vedo che già ha capito molto di me.
Sono contento per le domande che mi hanno dato la possibilità di fare un quadro preciso.
Se tutti i giornalisti fossero come lei...non ci sarebbero problemi di cattiva comunicazione.
Lei ha stabilito un legame empatico con me e questo le ha permesso di effettuare domande mirate e accurate.
Sono lieto di aver avuto a che fare con lei.
Grazie."

Nessun commento:

Posta un commento