giovedì 10 dicembre 2009

Intervista a Luigi Perrella, artista fuori dagli schemi


Alla scoperta di Luigi Perrella, un artista che non ha avuto paura di cambiare vita per vivere seguendo il suo talento e conquistare la vera libertà. Luigi Perrella è simpatico e realista, capace di smuovere l'animo con le sue parole e innamorato del mare. La vita gli piace, traspare da ogni sua frase, e c'è di certo molto da imparare, per tutti, da quello che ha raccontato a Coraggio Italia. Un'intervista illuminante e coinvolgente, arricchita dai dipinti che l'artista ha scelto per noi, dalla sua produzione degli ultimi anni.

Ha studiato ingegneria aerospaziale. Come ha deciso di diventare artista?


Forse sono nato artista. Mi chiederei piuttosto come mai ho studiato ingegneria aereospaziale!
 Una di quelle scelte che si fanno per compiacere gli adulti che credono di scegliere il meglio per i piccoli.
 E questi piccoli cercano di autoconvincersi della felice scelta impegnandosi fino ad una brillante riuscita e poi cercano di continuare a compiacere i grandi impegnandosi in lavori coerenti con le attese economiche e sociali, anche se lontanissimi dalla propria personalità, finchè la vita, lentamente ma inesorabilmente, li coopta in responsabilità che rendono impossibile o quasi il ritorno al passato per una riprogettazione del futuro. 
Le giornate passano spese prevalentemente nel lavoro, il tempo è limitato, gli affetti sembrano sanare tutto e la vita passa 
Tengo a precisare che io parlo "dall'alto" di una condizione esistenziale privilegiata: quella di chi è nato in un periodo ed in una regione geografica liberati dalle guerre e dalla miseria e di chi ha avuto il privilegio di poter studiare fino all'università e la fortuna di poter lavorare da subito e ben remunerato.
 Ma è proprio questa condizione a concedere la possibilità, ma anche a dare la responsabilità, di sapere e dovere essere coerenti alla propria vocazione ed a imporre di operare conseguentemente.
 Poter scegliere la propria vita è un privilegio immenso ed è deprecabile non saperlo fare.
 Così quel sacro fuoco che arde nascosto ad un certo punto ha chiesto ossigeno: pena la morte. 
A 50 anni - un po' tardino! - mi sono trovato costretto a dire: “Basta! Ora dipingo, suono, canto, mi diverto: vivo!”.
 E sto vivendo.



Le sue giornate seguono una routine particolare? Quante ore passa dipingendo?

Dipingere mi porta in un altro mondo e non so bene se è un mondo diverso da quello reale o se è l'unico mondo reale: il mio.
 Nel dipingere trovo gioia, divertimento, serenita', libertà di pensiero, assenza di ansia; tutto questo, magari non sempre, ma molto spesso.
La routine non c'è nella passione e nell'amore e non c'è nella naturalità della vita.
 La routine l'ho lasciata per strada: ora guido le mie giornate a vista.

Ci spieghi il rapporto tra la poesia e i suoi quadri.

Un quadro, una poesia o un brano di musica hanno in sè qualità simili riuscendo a trasmettermi ed a trasmettere emozioni e stati d'animo in maniera forte ed evocativa.
Sono forme di comunicazione primitive, ancestrali.
 La voce dell’uomo si modula nel tempo,trasformandosi in eruditi canti d’amore e passione,di dolore e morte.
 Il segno, tracciato dagli uomini per comunicare il loro esistere si è evoluto nella rappresentazione del mondo, e di loro stessi, poi del divino , dell’immateriale dei sentimenti e dell'inconscio. 
La poesia credo sia un po' l'intellettualizzazione di tutto quanto detto prima: l'uso del linguaggio e delle parole per raccontare e descrivere nel modo migliore l'urlo, la passione, il lamento, l'amore, il cielo, la guerra, il Dio, io...
Dipingo senza pormi tanto il problema del significato necessariamente compiuto del soggetto, è in corso d'opera che si materializza il felice connubio estetico ed emotivo. 
Dipingo la poesia della vita che intravvedo attraverso la mia vita. 
Comincio in pieno disordine mentale e poi capita che arrivi al punto di entusiasmarmi e, quando va bene, procedere in avanti finendo con l'annientarmi.

Quale tra le sue opere la rappresenta meglio?
Non so, forse gli astratti, i cieli o le nuvole.
 Direi che si potrebbe tentare una distribuzione cronologica dei preferiti e la miglior cosa che io sappia fare e proporne qui alcuni.


Cosa la ispira di più?

L'amore, la fame (chi lascia la via vecchia per la nuova...), persino la noia.
Più di tutto direi la vita!
Conservo memoria di ogni pensiero, trauma, conflitto, visione e il tutto si intreccia in me e ispira ogni mio gesto e poichè sono un creativo; il mio "genio" mi fa respirare anche quando riprogetto il mio giardino, o riparo la lavatrice.
Non sarà un caso che io abiti sul carso triestino in prossimità del mare.
Qui intorno ci sono boschi, stagioni coloratissime, silenzi, aperture su vallate ovattate, montagne lontane, panorami mozzafiato ed improvvisi affacci sul mare.
Il mare è la mia ispirazione: immenso, imperturbabile, potente, accogliente: madre.

Cosa consiglierebbe ad un giovane/una giovane dotato/a di talento artistico che decide di reprimerlo per un posto di lavoro dallo stipendio sicuro?
Non sono particolarmente adatto a dar consigli, credo sia importante sapere chi si è e cosa si vuole veramente essere e quindi perseguire con determinazione la strada che ci siamo prefissati per raggiungere quell'obbiettivo, senza deviare, senza farsi affascinare da semplificazioni o falsi miti, senza mai credere che sia facile e sempre confrontando il risultato cui si tende con le mete già raggiunte.
Certo l'indipendenza economica favorisce qualsiasi genialità ed in mancanza di un benessere acquisito e certo, lo stipendio sicuro potrebbe essere l'unico modo per sopravvivere.

Cosa ne pensa di Internet?
Il web è strapieno di tutto e di tutti ed a chiunque offre una possibilità.
Questo massimo valore democratico crea dispersione, superficialità e fugacità nei contatti.
Ma son convinto che il vero talento, quando e se esiste, ha comunque la possibilità di mettersi in evidenza.

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