domenica 27 dicembre 2009
Intervista a Jeanette Milner: dall'Australia all'Abruzzo, l'arte e il terremoto
Da www.coraggioitalia.it - Intervista all'australiana Jeanette Milner, nata a Melbourne. La pittrice, che dal 1985 è in Italia, ci racconta la sua arte e come ha vissuto il terremoto del 6 aprile 2009, nel paesino dell'Abruzzo dove vive da anni, Assergi, nel comune di L'Aquila, proprio sotto al Gran Sasso.
Cosa l'ha portata dall'Australia a Roma?
La voglia di vedere e conoscere altri paesi. Ho lasciato l'Australia a 21 anni e ho visitato molti paesi, lavorando come segretaria ma anche come cameriera nei ristoranti. Così ho vissuto ad Hong Kong, in Inghilterra, in Francia e in Grecia prima di arrivare in Italia, dove mi sono fermata.
Ha lavorato come segretaria per necessità. Le è pesato dover fare questo invece di continuare gli studi?
Non mi è mai piaciuto a fare la segretaria - però ero un dattilografa precisa e veloce. Questo mi ha permesso - essendo madre lingua inglese - di trovare lavoro quasi dappertutto. Seguendo vari corsi serali, inoltre, ho potuto soddisfare il mio bisogno artistico.
Qual è la sua maggior fonte di ispirazione?
Mi ispira la natura, in tutti sensi. Viaggio molto sia in Italia che al estero. Faccio schizzi e prendo note sui colori. Poi sviluppo con calma, quando ho tempo e spazi adeguati. Amo moltissimo i tramonti e l'alba, ma anche il mare e le montagne. In generale, preferisco i paesaggi alla figura umana.
Il suo paesaggio preferito?
Un tramonto con colori forti e movimento nelle nuvole. Ultimamente, tuttavia, sto dipingendo costellazioni, mi affascinano molto.
Adesso vive in Abruzzo, regione colpita dal terremoto del 6 aprile 2009. Come ha vissuto questa terribile esperienza?
Il terremoto ci ha cambiato la vita. Per fortuna Assergi non ha subito grossi danni. Nel paese non ci sono state vittime, solo una signora che è rimasta ferita con un taglio alla testa, ma subito curata da un medico che le ha messo i punti alle 4 del mattino, in macchina. I danni più gravi per il paesi sono stati all'interno delle mura, nel centro storico, a causa del crollo di alcune volte e canne fumarie. La notte del 6 aprile stavo dormendo nella mia casa, nel centro storico. Mi sono precipitata fuori dall'abitazione, incontrandomi con gli altri abitanti. Insieme siamo usciti dal paese. Per alcune notti molte famiglie hanno dormito in auto, finché non sono arrivate le tende. La Croce Rossa ha allestito e gestito la piccola Tendopoli di Assergi, con prontezza e cura. Sono stati meravigliosi.
Cosa ne pensa dei soccorsi per i terremotati? Sono stati gestiti al meglio?
La Protezione Civile ci ha sempre tenuti informati sui fatti con frequenti oposculi informativi. I Vigili del Fuoco ci accompagnavano dentro le case quando ne avevamo bisogno e i Carabinieri ci hanno assistito in molti modi, durante tutta l'emergenza.
Nutro una grande ammirazione per il lavoro della Protezione Civile, della Croce Rossa, dei Carabinieri e dei Vigili del Fuoco che hanno rischiato le loro vite per salvarci ad assisterci.
mercoledì 16 dicembre 2009
Intervista a Umberto Gorirossi, il farmacista artista
Da Coraggio Italia - Intervista a Umberto Gorirossi, giovane farmacista napoletano che da quattro anni fa l'artista. Le sue opere hanno la non trascurabile caratteristica di "parlare". Un incontro per capire le caratteristiche dei suoi lavori, come nascono e cosa rappresentano. Cercando di capire anche la sua personalità, quella di una persona decisa e consapevole delle proprie capacità, dotata di un grande interesse verso gli altri.
Per creare le sue opere la ispira di più l'ambiente o delle immagini di fantasia?
In realtà, mi ispiro prevalentemente ai miei stati d'animo, a storie di tutti i giorni, a concetti di dominio pubblico e talvolta a storie di vita vissuta.
Utilizzo quindi anche argomenti suggeriti da persone, amici, conoscenti, che hanno voglia di vedere la mia interpretazione artistica di un loro dilemma, dubbio, argomento, concetto. Mi piace indicare una strada, suggerire una via da seguire o una soluzione Cerco di dare attraverso i miei lavori almeno un consiglio.
Quindi più che seguire un' ispirazione, seguo una via fatta di ostacoli da superare. E questo mi piace.
Nel suo blog ha inserito un sottofondo musicale. La musica la aiuta a creare? Quale genere preferisce?
A volte ascolto musica, per rilassarmi. Mi aiuta per scelte cromatiche. Prediligo musica classica, pianoforte. Mi piace molto anche il jazz .
Pensa che l'Italia sia un buon paese dove vivere per un artista?
Penso che il paese sia del tutto ininfluente. Credo fermamente nelle singole qualità e nella meritocrazia.
In ogni caso l'Italia è secondo me un paese nel quale le doti artistiche sono sempre state apprezzate nella giusta misura. Forse oggi ci sono difficoltà in Italia, ma sono dovute da un momento di crisi generale, più che alle condizioni del paese.
Quando era piccolo, cosa sognava di fare "da grande"?
Sono un farmacista, ma da piccolo sognavo di fare l'architetto. Qualsiasi foglio bianco diventava motivo per studiare una disposizione geniale di muri e porte, per tentare una divisione intelligente degli spazi. Alla fine mi sono ritrovato a dividere i comparti della mia anima secondo una disposizione logica delle mie emozioni. Attraverso l'arte riesco ad essere davvero me stesso.
Le piace scrivere?
Mi piace moltissimo scrivere, mi piace far riflettere, incuriosire, intrigare, analizzare, e spiegare. Utilizzo la scrittura per accompagnare molti dei miei lavori. Sebbene alcuni critici siano contrari a questo.
Con le spiegazioni che accompagnano i miei quadri io non intendo assolutamente frenare l'emozione altrui, bensì intendo specificare, chiarire, alcuni aspetti dell'opera stessa. Forse per cercare di essere compreso al meglio.
Ha mai studiato filosofia? Glielo chiedo perché da alcune sue opere si direbbe di sì. I concetti che esprimono sono sempre molto profondi, densi di riflessioni e i rimandi alla filosofia mi sembrano frequenti.
La ringrazio di questa osservazione, le sono grato.
Provengo da studi scientifici, la filosofia però mi ha sempre affascinato.
La cosa che più mi intriga dei filosofi è la loro naturale predisposizione al ragionamento volto sempre ad uno scopo, ad un un fine.
Il tentativo di trovare una strada cercando di far funzionare il cervello mi affascina.
Nelle mie opere cerco di fare lo stesso, usando il complemento del disegno.
Osservando le sue opere sono rimasta colpita da Scelte e Compromessi. Ho poi scoperto che ha vinto un premio, nel 2005, un anno di svolta per lei. Può parlarcene?
Effettivamente Scelte e Compromessi (nella foto qui sotto, nda) è stato il mio secondo quadro.
Rimasi stupito anch'io nel momento in cui mi comunicarono di aver vinto con un quadro un premio letterario. In effetti è come se qualcuno avesse deciso di affermare che i miei quadri parlano. Da allora comunicare attraverso il disegno è stata da allora una mia primaria necessità, scopo perseguito attraverso un'elaborazione grafica di un pensiero.
Il 2005 è stato per me l'anno in cui ho iniziato a dipingere e, allo stesso tempo, l'anno in cui ho iniziato a prendere coscienza delle mie caratteristiche.
Cosa vuole comunicare al mondo con le sue opere?
Potrei peccare di presunzione rispondendo a questa domanda.
Mi limito a dire che il mio modo di vedere e di rappresentare un pensiero, un concetto vorrei fosse condiviso e utilizzato da tutti.
Pensa che nel futuro l'arte si sposterà sempre di più sul web?
Presumo proprio di sì. D'altronde quello che mi sta succedendo è proprio la prova che il web è di certo un mezzo che ha rivoluzionato e continuerà a rivoluzionare tutto.
Il web ha ridotto i tempi. Tutte le pubblicazioni, le antologie letterarie, i premi e le soddisfazioni da me ricevute si sono verificate così rapidamente proprio per il fatto che la possibilità di essere notati è esponenziale. In ogni caso un quadro va visto da vicino. La bellezza di perdersi e di condividere il pensiero dell'artista davanti all'opera è assolutamente impagabile il web aiuterà sempre di più a ridurre i tempi per venire a conoscenza dell'opera di un'artista.
*___________________________________________________________________*
A posteriori, Umberto Gorirossi mi ha ringraziato per l'intervista e mi ha scritto uno dei più bei complimenti che abbia ricevuto. Per non rischiare di perderlo lo richiamo in qui nel mio blog, come sprone a fare sempre meglio e anche per esprimere la mia gratitudine. Intervistare è bello perché permette di imparare e divulgare le tue scoperte. La più grande soddisfazione è sapere che tutte le tue paure, quelle che ti portano a riempire fogli e fogli di domande nel timore che l'intervistato le trovi stupide o inadatte al suo caso, non erano fondate. L'intervista riuscita, secondo me, è quella che non delude l'intervistato. Che gli dà spazio, non lo mette in condizione di dover rettificare o integrare e nemmeno nel dubbio di essere pubblicizzato per quello che non è.
Per creare le sue opere la ispira di più l'ambiente o delle immagini di fantasia?
In realtà, mi ispiro prevalentemente ai miei stati d'animo, a storie di tutti i giorni, a concetti di dominio pubblico e talvolta a storie di vita vissuta.
Utilizzo quindi anche argomenti suggeriti da persone, amici, conoscenti, che hanno voglia di vedere la mia interpretazione artistica di un loro dilemma, dubbio, argomento, concetto. Mi piace indicare una strada, suggerire una via da seguire o una soluzione Cerco di dare attraverso i miei lavori almeno un consiglio.
Quindi più che seguire un' ispirazione, seguo una via fatta di ostacoli da superare. E questo mi piace.
Nel suo blog ha inserito un sottofondo musicale. La musica la aiuta a creare? Quale genere preferisce?
A volte ascolto musica, per rilassarmi. Mi aiuta per scelte cromatiche. Prediligo musica classica, pianoforte. Mi piace molto anche il jazz .
Pensa che l'Italia sia un buon paese dove vivere per un artista?
Penso che il paese sia del tutto ininfluente. Credo fermamente nelle singole qualità e nella meritocrazia.
In ogni caso l'Italia è secondo me un paese nel quale le doti artistiche sono sempre state apprezzate nella giusta misura. Forse oggi ci sono difficoltà in Italia, ma sono dovute da un momento di crisi generale, più che alle condizioni del paese.
Quando era piccolo, cosa sognava di fare "da grande"?
Sono un farmacista, ma da piccolo sognavo di fare l'architetto. Qualsiasi foglio bianco diventava motivo per studiare una disposizione geniale di muri e porte, per tentare una divisione intelligente degli spazi. Alla fine mi sono ritrovato a dividere i comparti della mia anima secondo una disposizione logica delle mie emozioni. Attraverso l'arte riesco ad essere davvero me stesso.
Le piace scrivere?
Mi piace moltissimo scrivere, mi piace far riflettere, incuriosire, intrigare, analizzare, e spiegare. Utilizzo la scrittura per accompagnare molti dei miei lavori. Sebbene alcuni critici siano contrari a questo.
Con le spiegazioni che accompagnano i miei quadri io non intendo assolutamente frenare l'emozione altrui, bensì intendo specificare, chiarire, alcuni aspetti dell'opera stessa. Forse per cercare di essere compreso al meglio.
Ha mai studiato filosofia? Glielo chiedo perché da alcune sue opere si direbbe di sì. I concetti che esprimono sono sempre molto profondi, densi di riflessioni e i rimandi alla filosofia mi sembrano frequenti.
La ringrazio di questa osservazione, le sono grato.
Provengo da studi scientifici, la filosofia però mi ha sempre affascinato.
La cosa che più mi intriga dei filosofi è la loro naturale predisposizione al ragionamento volto sempre ad uno scopo, ad un un fine.
Il tentativo di trovare una strada cercando di far funzionare il cervello mi affascina.
Nelle mie opere cerco di fare lo stesso, usando il complemento del disegno.
Osservando le sue opere sono rimasta colpita da Scelte e Compromessi. Ho poi scoperto che ha vinto un premio, nel 2005, un anno di svolta per lei. Può parlarcene?
Effettivamente Scelte e Compromessi (nella foto qui sotto, nda) è stato il mio secondo quadro.
Rimasi stupito anch'io nel momento in cui mi comunicarono di aver vinto con un quadro un premio letterario. In effetti è come se qualcuno avesse deciso di affermare che i miei quadri parlano. Da allora comunicare attraverso il disegno è stata da allora una mia primaria necessità, scopo perseguito attraverso un'elaborazione grafica di un pensiero.
Il 2005 è stato per me l'anno in cui ho iniziato a dipingere e, allo stesso tempo, l'anno in cui ho iniziato a prendere coscienza delle mie caratteristiche.
Cosa vuole comunicare al mondo con le sue opere?
Potrei peccare di presunzione rispondendo a questa domanda.
Mi limito a dire che il mio modo di vedere e di rappresentare un pensiero, un concetto vorrei fosse condiviso e utilizzato da tutti.
Pensa che nel futuro l'arte si sposterà sempre di più sul web?
Presumo proprio di sì. D'altronde quello che mi sta succedendo è proprio la prova che il web è di certo un mezzo che ha rivoluzionato e continuerà a rivoluzionare tutto.
Il web ha ridotto i tempi. Tutte le pubblicazioni, le antologie letterarie, i premi e le soddisfazioni da me ricevute si sono verificate così rapidamente proprio per il fatto che la possibilità di essere notati è esponenziale. In ogni caso un quadro va visto da vicino. La bellezza di perdersi e di condividere il pensiero dell'artista davanti all'opera è assolutamente impagabile il web aiuterà sempre di più a ridurre i tempi per venire a conoscenza dell'opera di un'artista.
*___________________________________________________________________*
A posteriori, Umberto Gorirossi mi ha ringraziato per l'intervista e mi ha scritto uno dei più bei complimenti che abbia ricevuto. Per non rischiare di perderlo lo richiamo in qui nel mio blog, come sprone a fare sempre meglio e anche per esprimere la mia gratitudine. Intervistare è bello perché permette di imparare e divulgare le tue scoperte. La più grande soddisfazione è sapere che tutte le tue paure, quelle che ti portano a riempire fogli e fogli di domande nel timore che l'intervistato le trovi stupide o inadatte al suo caso, non erano fondate. L'intervista riuscita, secondo me, è quella che non delude l'intervistato. Che gli dà spazio, non lo mette in condizione di dover rettificare o integrare e nemmeno nel dubbio di essere pubblicizzato per quello che non è.
"Vedo che già ha capito molto di me.
Sono contento per le domande che mi hanno dato la possibilità di fare un quadro preciso.
Se tutti i giornalisti fossero come lei...non ci sarebbero problemi di cattiva comunicazione.
Lei ha stabilito un legame empatico con me e questo le ha permesso di effettuare domande mirate e accurate.
Sono lieto di aver avuto a che fare con lei.
Grazie."
giovedì 10 dicembre 2009
Intervista a Luigi Perrella, artista fuori dagli schemi
Alla scoperta di Luigi Perrella, un artista che non ha avuto paura di cambiare vita per vivere seguendo il suo talento e conquistare la vera libertà. Luigi Perrella è simpatico e realista, capace di smuovere l'animo con le sue parole e innamorato del mare. La vita gli piace, traspare da ogni sua frase, e c'è di certo molto da imparare, per tutti, da quello che ha raccontato a Coraggio Italia. Un'intervista illuminante e coinvolgente, arricchita dai dipinti che l'artista ha scelto per noi, dalla sua produzione degli ultimi anni.
Ha studiato ingegneria aerospaziale. Come ha deciso di diventare artista?
Forse sono nato artista. Mi chiederei piuttosto come mai ho studiato ingegneria aereospaziale! Una di quelle scelte che si fanno per compiacere gli adulti che credono di scegliere il meglio per i piccoli. E questi piccoli cercano di autoconvincersi della felice scelta impegnandosi fino ad una brillante riuscita e poi cercano di continuare a compiacere i grandi impegnandosi in lavori coerenti con le attese economiche e sociali, anche se lontanissimi dalla propria personalità, finchè la vita, lentamente ma inesorabilmente, li coopta in responsabilità che rendono impossibile o quasi il ritorno al passato per una riprogettazione del futuro. Le giornate passano spese prevalentemente nel lavoro, il tempo è limitato, gli affetti sembrano sanare tutto e la vita passa Tengo a precisare che io parlo "dall'alto" di una condizione esistenziale privilegiata: quella di chi è nato in un periodo ed in una regione geografica liberati dalle guerre e dalla miseria e di chi ha avuto il privilegio di poter studiare fino all'università e la fortuna di poter lavorare da subito e ben remunerato. Ma è proprio questa condizione a concedere la possibilità, ma anche a dare la responsabilità, di sapere e dovere essere coerenti alla propria vocazione ed a imporre di operare conseguentemente. Poter scegliere la propria vita è un privilegio immenso ed è deprecabile non saperlo fare. Così quel sacro fuoco che arde nascosto ad un certo punto ha chiesto ossigeno: pena la morte. A 50 anni - un po' tardino! - mi sono trovato costretto a dire: “Basta! Ora dipingo, suono, canto, mi diverto: vivo!”. E sto vivendo.
Le sue giornate seguono una routine particolare? Quante ore passa dipingendo?
Dipingere mi porta in un altro mondo e non so bene se è un mondo diverso da quello reale o se è l'unico mondo reale: il mio. Nel dipingere trovo gioia, divertimento, serenita', libertà di pensiero, assenza di ansia; tutto questo, magari non sempre, ma molto spesso. La routine non c'è nella passione e nell'amore e non c'è nella naturalità della vita. La routine l'ho lasciata per strada: ora guido le mie giornate a vista.
Ci spieghi il rapporto tra la poesia e i suoi quadri.
Un quadro, una poesia o un brano di musica hanno in sè qualità simili riuscendo a trasmettermi ed a trasmettere emozioni e stati d'animo in maniera forte ed evocativa. Sono forme di comunicazione primitive, ancestrali. La voce dell’uomo si modula nel tempo,trasformandosi in eruditi canti d’amore e passione,di dolore e morte. Il segno, tracciato dagli uomini per comunicare il loro esistere si è evoluto nella rappresentazione del mondo, e di loro stessi, poi del divino , dell’immateriale dei sentimenti e dell'inconscio. La poesia credo sia un po' l'intellettualizzazione di tutto quanto detto prima: l'uso del linguaggio e delle parole per raccontare e descrivere nel modo migliore l'urlo, la passione, il lamento, l'amore, il cielo, la guerra, il Dio, io... Dipingo senza pormi tanto il problema del significato necessariamente compiuto del soggetto, è in corso d'opera che si materializza il felice connubio estetico ed emotivo. Dipingo la poesia della vita che intravvedo attraverso la mia vita. Comincio in pieno disordine mentale e poi capita che arrivi al punto di entusiasmarmi e, quando va bene, procedere in avanti finendo con l'annientarmi.
Quale tra le sue opere la rappresenta meglio?
Non so, forse gli astratti, i cieli o le nuvole. Direi che si potrebbe tentare una distribuzione cronologica dei preferiti e la miglior cosa che io sappia fare e proporne qui alcuni.
Cosa la ispira di più?
L'amore, la fame (chi lascia la via vecchia per la nuova...), persino la noia.
Più di tutto direi la vita!
Conservo memoria di ogni pensiero, trauma, conflitto, visione e il tutto si intreccia in me e ispira ogni mio gesto e poichè sono un creativo; il mio "genio" mi fa respirare anche quando riprogetto il mio giardino, o riparo la lavatrice.
Non sarà un caso che io abiti sul carso triestino in prossimità del mare.
Qui intorno ci sono boschi, stagioni coloratissime, silenzi, aperture su vallate ovattate, montagne lontane, panorami mozzafiato ed improvvisi affacci sul mare.
Il mare è la mia ispirazione: immenso, imperturbabile, potente, accogliente: madre.
Cosa consiglierebbe ad un giovane/una giovane dotato/a di talento artistico che decide di reprimerlo per un posto di lavoro dallo stipendio sicuro?
Non sono particolarmente adatto a dar consigli, credo sia importante sapere chi si è e cosa si vuole veramente essere e quindi perseguire con determinazione la strada che ci siamo prefissati per raggiungere quell'obbiettivo, senza deviare, senza farsi affascinare da semplificazioni o falsi miti, senza mai credere che sia facile e sempre confrontando il risultato cui si tende con le mete già raggiunte.
Certo l'indipendenza economica favorisce qualsiasi genialità ed in mancanza di un benessere acquisito e certo, lo stipendio sicuro potrebbe essere l'unico modo per sopravvivere.
Cosa ne pensa di Internet?
Il web è strapieno di tutto e di tutti ed a chiunque offre una possibilità.
Questo massimo valore democratico crea dispersione, superficialità e fugacità nei contatti.
Ma son convinto che il vero talento, quando e se esiste, ha comunque la possibilità di mettersi in evidenza.
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